Scacco al Re

Carlo, ricordati, i bianchi muovono per primi!
Non faceva altro che ripetermi questa regola il nonno quando mi spiegava come muovere le prime mosse sulla scacchiera.
Se ti scopri, i cavalli ti scavalcano nelle retrovie, se ti chiudi, gli alfieri infilzano i tuoi punti di forza, se invece ti arrocchi dietro i tuoi pedoni, le torri aggrediscono frontalmente il tuo schieramento difensivo. Gli scacchi sono una metafora della vita Carletto, parlano lo stesso linguaggio del destino ma anticipano alcuni imprevisti che altrimenti non riusciresti a prevenire perché mostrano tutto, o quasi sulla scacchiera.
Giocare una partita a scacchi sembra molto difficile nonno.
Lo è, ma ancor di più lo è affrontare tutte le cose della vita senza conoscerne i pezzi. Guarda il Re ad esempio; fissalo attentamente, guarda la sua corona, il suo busto privato del lungo strascico della veste nobiliare. Osserva quella fenditura viso, è stilizzato ma…
Stilichè?
Stilizzato, vuol dire che…vabbè, non ha importanza. Osservalo attentamente, lui può muoversi di una sola pedina, e questo lo sai perché? Perché è vecchio, è affaticato da un lungo regno e da una lunga vita sulla scacchiera. Per questo deve fare attenzione, deve muoversi con circospezione, deve farsi aiutare dai suoi pezzi e in poche parole, deve essere saggio Carletto!
Quindi il Re non va all’attacco nonno?
Quasi mai. Ad andarci sono prima di tutto i più piccoli e valorosi, i pedoni, veri e propri fanti che il tuo esercito manda in avanti per puntellare le difese e sostenere l’attacco. Anche loro si muovono di un solo passo, tranne che nella loro prima mossa, quando scattano in avanti di ben due caselle, spronati dal loro indomabile coraggio a conquistare le prime linee. Loro rappresentano il coraggio e la disciplina, sono i pezzi più affidabili di tutta la scacchiera, anche se sembrano i più fragili, e non dimenticare un’altra cosa, che si aiutano a vicenda! Collaborano, si affiancano, si sostengono e difendono gli uni con gli altri di casella in casella, e se ben sostenuti, sono quasi inattaccabili. Davvero esemplari, i pedoni…
E questo pezzo nonno?
Ah, che diamine, lei è la Regina, sua Maestà la Regina in persona! Può tagliare in diagonale astuta e rapida come l’Alfiere, viaggiare in avanti e all’indietro, di lato e in obliquo di quante caselle vuole, perché a lei tutto è concesso, tranne una cosa, non può replicare i movimenti del cavallo.
E perché proprio quelli del cavallo nonno?
Ma come perché Carletto, da che mondo è mondo una Regina non si scompone per cavalcare nella fanghiglia!
A questo punto il suo sguardo si fece serio, e iniziò a fissarmi come chi sta per dire qualcosa di molto importante. Poi, un leggero sorriso inarcò le sue labbra e scoppiò in una risata gioviale e divertita.
Carletto mio, perdonami, sai che non resisto a qualche scherzo, è più forte di me. La Regina non muove come il cavallo, e questo ti basti per imparare ad usarla. Attento però, la Regina è quanto di più importante hai a disposizione, e sai perché? Lei è la speranza, è l’ultimo barlume di speranza quando nella scacchiera per esempio ti ritrovi in netta inferiorità numerica, l’unica che può ancora permetterti di difendere il Re e la vittoria fino alla fine, quando tanti altri pezzi vengono a mancare. Nella vita, è quell’ultima speranza che ti conserva ottimista e sorridente, consapevole di poter realizzare i tuoi sogni e i tuoi obiettivi. Non mandarla mai in attacco alla cieca Carletto, gestisci le sue grandi doti con abilità e lungimiranza, lei deve restare sulla scacchiera fino alla fine, fianco a fianco con il tuo Re.
Ma nonno, se voglio lanciarmi in una nuova partita, devo sempre tenere a mente tutte queste cose? Non abbiamo ancora iniziato e ho già paura di sbagliare!
Ma no nipote caro, non devi aver paura. La battaglia è di chi sa metterci il giusto coraggio, per uscire vincitore da una sfida negli scacchi, come nella vita, non hai bisogno che di iniziare lentamente a muovere i primi passi, uno dopo l’altro i pezzi ti seguiranno in questa sfida e tu dovrai, con paziena, tenacia e lungimiranza, guidarli. Affronta ogni partita come se fosse sempre la prima, ma impara da ogni sconfitta a migliorare e migliorarti. La vita è fatta anche di questo Carletto, sconfitte, dolorose e cocenti, ma se saprai imparare dai tuoi errori, se saprai spronare tutte le componenti della scacchiera e riorganizzarle verso una nuova sfida, allora potrai aver perso qualche partita, qualche battaglia, qualche sfida della tua stessa vita, ma avrai in pugno la chiave di lettura per vincere la guerra. Ricordati Carletto, affronta la scacchiera, prendi il controllo del terreno di gioco e quindi dei tuoi stessi progetti. Nulla accade per caso, ogni volta è la prima volta ma ogni volta è una nuova occasione per una nuova strategia, più raffinata, più consapevole…
Adesso però basta con le chiacchiere, a te i bianchi, ti tocca la prima mossa, in guardia!

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